Turismo enogastronomico, crescita del 20% in Italia

Continua l’importante crescita del turismo enogastronomico, che si sta sviluppando con un trend piuttosto deciso all’interno dei confini tricolori. A dimostrazione di ciò – come sottolineato dal Food Travel Monitor 2016 – circa un italiano su tre ha già svolto almeno un viaggio motivato dall’enogastronomia nel corso degli ultimi tre anni, con un balzo dal 21% al 30% nell’arco di un solo aggiornamento.

Il dato – evidentemente – segnala come l’enogastronomia non sia più una nicchia nel comparto turistico, ma sia una delle principali determinanti in grado di influenzare le motivazioni e le destinazioni di un viaggio. Tra le regioni che sono maggiormente beneficiare di questa tendenza, non è una sorpresa che a primeggiare sia stata la Toscana, destinazione “top” nel nostro Paese.

Ancora, nello studio Primo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, presentato qualche giorno fa a Milano, viene evidenziato come alle spalle della Toscana (regione italiana più desiderata per l’enogastronomia, con il 18% delle preferenze) vi sia la Sicilia (13%) e, ancora un po’ più indietro, Puglia (10%), Emilia Romagna (9%), Campania (8%) e Lazio (5%).

Pe quanto concerne le motivazioni, in vacanza i turisti enogastronomici puntano a conoscere e sperimentare l’enogastronomia in ogni sua sfaccettatura. Ne è conferma il fatto che durante la vacanza partecipano a un’ampia varietà di esperienze, anche molto diverse tra di loro. Quelle più popolari sono comunque il mangiare piatti tipici del luogo in un ristorante locale (73%), davanti alla visita di un mercato con prodotti del territorio (70%), l’acquisto di prodotti da un food truck (59%). Piuttosto rilevante è anche l’interesse verso il beverage: non più il solo vino, bensì anche la birra, che sta andando incontro a tassi di sviluppo molto confortanti.

Infine, dal dossier emerge come nonostante la spinta propulsiva, il mercato mostri evidenti margini di crescita. Esiste infatti un differenziale tra le esperienze che i turisti dichiarano di desiderare, e le esperienze che sono state effettivamente fruite: un gap particolarmente gravoso nel caso di proposte particolari, come andare alla scoperta di cibo con un esperto enogastronomico (40%) o partecipare a un viaggio enogastronomico di più giorni, organizzato da agenzie di viaggio o tour operator (36%).

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