Il Forte di Jaisalmer è un meraviglioso patrimonio mondiale dell’UNESCO, situato nel Rajasthan, in India e, più precisamente, nel deserto del Thar, vicino al confine con il Pakistan. La sua posizione remota non impedisce però a centinaia di migliaia di turisti di sfidare il vuoto sabbioso per visitarla.
Ogni sforzo per arrivare a Jaisalmer è peraltro ripagato. Il re Rawal Jaisal costruì il leggendario forte nel 1156, con mura esterne che si estendono a perdita d’occhio e con uno spazio interno molto vasto, con diverse aree un tempo destinate ad ospitare le persone e le loro famiglie che servivano la corte reale della città. Ebbene, secoli dopo, il forte ospita ancora i discendenti di quelle famiglie.
Il forte ha una storia tumultuosa: dai suoi giorni gloriosi come città principale sulla Via della Seta, alla sopportazione di saccheggi e conquiste da parte di invasori stranieri e ai più recenti conflitti con il Pakistan. Oggi, però, il forte attrae altri tipi di visitatori: centinaia di migliaia di viaggiatori che si recano in questa località, che nel 2013 è stata nominata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, insieme ad altri cinque forti del Rajasthan.
Ma a differenza degli altri, il Forte di Jaisalmer vanta un palazzo reale, oltre a templi pubblici, negozi, hotel, caffè e case. È un quartiere, un distretto commerciale e un luogo di culto per una parte significativa della popolazione di Jaisalmer, che vive tra le sue mura fatiscenti.
Un forte vivente
Ma lo status di “forte vivente” del Forte di Jaisalmer non è privo di conseguenze. La popolazione del forte è infatti aumentata di parecchie volte, il che ha comportato un maggiore carico sulle infrastrutture. Le vecchie condutture fognarie e il drenaggio inadeguato hanno fatto sì che l’acqua si infiltrasse nelle fondamenta, e quando una pietra cade, può farne crollare molte altre.
L’architetto e conservatore Asheesh Srivastava sta restaurando il forte dal 2001. Ha iniziato il progetto con l’Indian National Trust for Art and Cultural Heritage e ora lavora con lo Shri Girdhar Smarak Dharmarth Nyas Trust, gestito dalla famiglia reale della città. Srivastava riconosce che c’è ancora molto da fare e che è importante che i residenti locali riaccendano l’apprezzamento per il loro patrimonio, che potrebbe essere stato messo in ombra dalla familiarità di routine.
Sebbene il governo abbia assegnato un terreno ai residenti della città, essi preferiscono vivere all’interno del forte. Le famiglie stanno ampliando le loro case, aggiungendo nuovi livelli e costruendo più in alto rispetto alle generazioni precedenti. Ma le fondamenta originali potrebbero non essere in grado di sopportare il peso.
Inoltre, gli artigiani esperti nelle antiche tecniche di costruzione, capaci di lavorare con l’intonaco di calce e la pietra scolpita a mano, sono difficili da trovare oggi. Questi artigiani hanno imparato dai loro predecessori queste abilità che richiedono tempo e lavoro, mentre i più giovani imparano le moderne tecniche di costruzione.