Il fascino della Sardegna sembra resistere al colpo dei decenni e, anzi, complice un’offerta turistica sempre più diversificata, cresce il numero di turisti stranieri che finiscono con l’innamorarsi (spesso, a prima vista) di un territorio che ha tanto da offrire, e non solo limitatamente alle sue splendide coste.
A dimostrazione di ciò, si possono celebrare gli ultimi dati ufficiali (relativi però al 2015), secondo cui la presenza estera sfiora il 50% degli arrivi complessivi, con un incremento di ben il 15% nel corso degli ultimi dieci anni.
Se però ci si sposta all’anno successivo, il dato 2016 (ancora potenzialmente rivedibili), segnala come quasi 700 mila vacanzieri siano sbarcati da oltre confine, ma solo il 46% in media o in bassa stagione, contro il 70%. Ma cosa significa questo? Probabilmente, che la Sardegna ha ancora molto da fare per poter opportunamente comunicare al resto del mondo quali siano le principali bellezze extra-marine, con un entroterra di sicuro fascino anche per i turisti più appassionati e smaliziati.
Tra gli altri dati, emerge come nel corso del 2016 ogni vacanziere sia rimasto sull’Isola per una media di 10 giorni, durante i quali ha sborsato circa 910 euro, oltre alle spese trascorse. Una cifra non proprio irrisoria, che moltiplicata per i 680 mila viaggiatori giunti lo scorso anno, genera un fatturato per l’economia isolata di circa 620 milioni di euro.
Ancora, gli ultimi dati statistici ufficiali ci comunicano che dalle tasche di ogni straniero in visita in Sardegna 340 euro sono state le spese medie per un viaggio (generalmente in aereo). I collegamenti in bassa stagione si confermano meno dispendiosi, e i soldi risparmiati per il trasporto potrebbero pertanto essere utilizzati per qualche comodità o sfizio aggiuntivo direttamente sul territorio.
Stando a quanto afferma la Cna sarda, per poter cogliere le sfide del mercato “è necessario promuovere un’immagine nuova e moderna dell’Isola, indirizzata a un target turistico che vada oltre la classica vacanza in un resort o in un villaggio vacanze. Inoltre la valorizzazione delle filiere agroalimentari e dell’artigianato tipico deve essere elemento centrale per una strategia di medio-lungo termine efficace e funzionale a un’idea di sviluppo turistico moderno, equilibrato e sostenibile”. Le basi ci sono, vedremo se arriveranno anche i risultati…