Turismo, rallenta il business a Torino

Torino si conferma una interessante meta turistica, ma il trend appare essere in rallentamento. Il 2017 si è infatti chiuso con un tasso di occupazione delle camere che è stato al 65,3 per cento, superiore di soli 0,7 punti rispetto a quanto era stato registrato l’anno precedente. Ad ogni modo, guai a disperarsi. “E’ un dato che racconta comunque di un trend positivo” – dichiara ottimisticamente Alberto Sacco, assessore al Turismo della Città, accompagnando tale valutazione con una ulteriore serie di dati.

In particolare, afferma ancora Sacco con le dichiarazioni raccolte dalla stampa, “dai numeri che ci ha fornito Airbnb, gli arrivi nelle sue strutture sono passati dai 109.300 del 2016 ai 140.800 dell’anno scorso”, con un incremento che è dunque stato pari al 28,8%, sebbene i numeri creati dalla piattaforma per l’affitto breve di camere e case tra privati sono ancora piccoli rispetto a quelli degli hotel di Torino.

“L’accoglienza alberghiera del 2017 mostra, rispetto all’anno precedente, segnali positivi per il tasso di occupazione delle camere e stabilità sui ricavi, mentre la reputazione online della città continua a crescere” – fa invece eco Vincenzo Ilotte, che della Camera di commercio locale è presidente. Nel corso degli ultimi cinque anni la quota di camere occupate sul totale di quelle disponibili è passata dal 58% del 2012 al 65,3% del 2017, trascinando peraltro anche ni aumento i ricavi delle stesse strutture alberghiere. Se nel 2012 guadagnavano in media 48 euro per camera, la percentuale è salita a 54,6 euro nel 2015, a 55,6 nel 2017 e a 55,7 nello scorso anno.

Gli albergatori guardano però con preoccupazione quanto avvenuto sul finire del 2017, quando il tasso di occupazione delle camere che è sceso prima di 2,4 punti a ottobre, poi di 3,4 punti a novembre e quindi di 3,7 punti a dicembre. “La paura è che la discesa sia iniziata” – commenta Alessandro Comoletti, presidente di Federalberghi Torino. “Ci auguriamo che non sia così, ma il Comune deve fare scelte politiche precise e decidere se sostenere davvero il turismo o se invece preferisce investire in altri settori. I dati degli ultimi mesi dell’anno sono determinato da un numero di eventi congressuali molto elevati che erano stati organizzati a fine 2016”, conclude l’assessore Sacco

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