Le dichiarazioni del ministro Dario Franceschini potrebbero essere affermazioni in grado di poter essere conservate negli archivi giornalistici, al fine di essere rispolverate in futuro per facili smentite. In visita in incognito (almeno, fino a un certo punto) a Napoli con la propria famiglia, il ministro è stato intercettato lasciando la città. In tale occasione, si è sbilanciato a dichiarare che Napoli “è già pronta al futuro” e che “entro dieci anni sarà la capitale mondiale del turismo”. Una dichiarazione evidentemente entusiasta sul capoluogo campano, che dal canto suo può chiedere virtualmente un’estate da record, durante la quale ha contato il maggior numero di turisti mai registrato nella storia. Ma basta tutto ciò per rinvigorire un simile ottimismo?
“Napoli la conosco bene” – ha dichiarato Franceschini alla stampa – “Negli ultimi due anni però l’ho vista solo durante visite ufficiali. Avevo voglia di tornare ad assaporare la città vera, quella che solo passeggiando da turista riesci a vivere, perciò mi sono concesso due giorni da turista che mi hanno fatto riscoprire le meraviglie di Napoli”.
Per quanto concerne l’ambizioso traguardo dei dieci anni, Franceschini è sufficientemente conscio che tanto rimane da fare per dare alla città le potenzialità utili per poterle permettere di raggiungere il traguardo sopra ambito. Nel decennio che dovrebbe separare Napoli dal suo obiettivo, infatti, il ministro invita a “continuare a mostrare lo stesso entusiasmo che ho respirato in questi giorni. In Italia c’è una simile vivacità solo a Milano e anche a Palermo, un’aria differente rispetto a Roma, ad esempio”.
Ancora, per quanto concerne le previsioni del ministro sul futuro radioso di Napoli, Franceschini ricorda come “in città c’è la stessa spinta propulsiva che ha consentito a tante altre città di mare di diventare luoghi d’eccellenza del turismo mondiale. Sembra di vivere i giorni della rinascita di Barcellona, i momenti della crescita di Stoccolma. Le città di mare hanno grandi possibilità, sta alle persone fare la differenza”.
Infine, un richiamo espresso ai napoletani, che per il ministro potrebbero fare la differenza “continuando a tenere vivi anche i luoghi turistici. Quando passeggi nelle strade di Napoli percepisci che intorno a te scorre la quotidianità delle persone: lungo i decumani incontri frotte di turisti e donne che vanno a fare la spesa alla bottega, gruppi di crocieristi e ragazzi che escono da scuola” – aggiunge ancora il ministro, poco prima di fare ritorno a Roma.